Sarà quel che sarà
Paese
mio che stai sulla collina
disteso come un vecchio addormentato
la noia l'abbandono
il niente son la tua malattia
paese mio ti lascio e vado via.
Che sarà che sarà che sarà
che sarà della mia vita chi lo sa:
So far tutto o forse niente
da domani si vedrà
e sarà sarà quel che sarà.
disteso come un vecchio addormentato
la noia l'abbandono
il niente son la tua malattia
paese mio ti lascio e vado via.
Che sarà che sarà che sarà
che sarà della mia vita chi lo sa:
So far tutto o forse niente
da domani si vedrà
e sarà sarà quel che sarà.
di Fontana, Migliacci, Pes.
Io odio questo testo.
In primo luogo perché ogni volta che lo sento, letteralmente lo
applico alla vita del mio paesino che sta sulla collina come un
vecchio addormentato. La noia e l'abbandono sono la sua malattia e un
sacco di gente va via o è già andata via. Quando sento cantare
questa canzone dei Ricchi e Poveri mi rabbuio da sola, soprattutto
perché in genere quando vedo che a cantare con grande sentimento è
la gente che invece il mio paese dovrebbe svegliarlo, mi sale il
sangue al cervello.
Ma in effetti, probabilmente, sono io l'anomalia, perché il pathos
di questa canzone, la nostalgia dell'essere dovuti andare via prevale
sempre su tutto.
Oggi che anche io mi trovo a dover prendere in considerazione l'idea
di dover andare via, probabilmente anche dall'Italia perché qui non
ci sono prospettive, il paese in collina disteso come un vecchio
addormentato non è più solo il mio piccolo e bellissimo paesino, ma
la mia Nazione, l'Italia.
Incapace di svegliarsi, di riprendersi dalla noia civile che la
caratterizza. A questo punto aggiungerei tutte quelle che sono le
nostre malattie, ma l'elenco è talmente lungo che potrei raggiungere
tante pagine quanto quelle della trilogia de I tre moschettieri!!
E allora meglio vivere con il sarà quel che sarà.
In mano di chi non si sa!
Quello che mi sembra più tragico, con nessuna differenza tra il mio
piccolo paese e il mio Paese Italia, è che in nessuno dei due luoghi
sembra possibile realizzare un sogno. Il mio sogno o quello di
chiunque. Non perché magari non ce ne siano le possibilità, ma
perché parti sconfitto, perché nessuno ci crede, perché il sistema
è quello che è, e allora tu non inizi nemmeno... e cerchi fortuna
altrove.
Ho sempre pensato che questo fosse un atteggiamento da vigliacchi, di
chi scappa. Andare è più facile che restare (cit. Toti Poeta) ma se
andare è l'unica scelta per non morire, per non addormentare la
mente, per non lasciare che essa si abitui a percepire come normale
quello che non lo è, per non chiudere i propri orizzonti... allora
davvero … non rimane che andare via e SARA' QUEL CHE SARA'.
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