USCIRE DAL PANTANO



Pensiamo che la soluzione dei problemi della nostra città può trovarsi soltanto nell'energica azione dei cittadini che hanno, non solo a parole, coraggio e volontà di opporsi alla connessione tra potere e interesse privato.
Il degrado del nostro centro ha radici profonde, situazioni aberranti, per cui cresce sempre più il bisogno, la necessità d'interventi decisi, validi da parte dei cittadini onesti, preparati, competenti e, soprattutto, volenterosi.
Se i notevoli finanziamenti dello Stato e della Regione hanno permesso e permettono alcune opere, ma senza un piano razionale, complessivo, senza tenere conto dell'interesse e i bisogni della collettività e finiscono col privilegiare gli interessi dei singoli, viene a mancare la piena valorizzazione e utilizzazione della nostra caratteristica struttura urbana e l'avvio alla crescita civile che, dopo tutto, dovrebbe essere l'obiettivo principale al quale noi dovremmo mirare.
La città ha bisogno, e il sottoscritto l'ha sostenuto, nei tempi andati, in Consiglio Comunale, di un piano, di un programma diretto a ridare respiro alla nostra economia, a valorizzare le nostre risorse naturali ed avviare il processo di crescita civile.
Sappiamo benissimo che, nell'atmosfera che si è creata e che si fa sempre più irrespirabile, diventa superfluo, quasi noioso, continuare a parlare, a scrivere della nostra tragica situazione specie per quanti non avvertono, ignorano, si disinteressano e non si fanno carico delle grandi responsabilità che hanno assommate a ragione del modo in cui ci hanno amministrato, la superficialità, l'improvvisazione, le estemporanee trovate con le quali vogliono farci credere di avere "bene" operato.
Novara è ormai una cittadina vittima delle sue scelte sbagliate, delle distorte soluzioni dei suoi gravi problemi, di decisioni che non le appartengono. La conduzione clientelare del potere, il dilagante, umiliante assistenzialismo, il sistema amministrativo, la gestione di tipo borbonico instaurata che, purtroppo, trova coperture ingiustificabili, fanno pensare a l'esistenza di oscuri interessi, a stretti legami che, se servono a qualcuno, finiscono sempre col penalizzare, colpire la cittadinanza.
Questa nostra negativa situazione, frutto di assenza di decisioni energiche e valide, di lassismo, negligenze, disinteresse e manifesta incapacità non deve più continuare, tutti dobbiamo porci concretamente l'urgenza di uscire dal pantano nel quale siamo trascinati, questo è l'obiettivo che dobbiamo porci seriamente, vigorosamente.
I festini, gli urlatori in piazza e i botti non potranno mai ridare a Novara lo splendore, l'immagine, il prestigio di un tempo. Ricordiamocelo.
Se, poi, vogliamo continuare a vegetare, regredire sempre più, rinunciare ad una migliore qualità della vita, non ci resta che recitare il MEA CULPA!


Salvatore Buemi




Queste parole non sono mie. Sono state scritte nell'agosto del 1989 dal Rag. Salvatore Buemi, nel ciclostilato L'ALTOPARLANTE.
Nonostante queste parole siano di ventotto anni fa, sono di grande attualità.
In effetti alcuni di questi concetti sono stati da me ripresi durante la campagna elettorale. E questo ciclostile l'ho trovato una settimana fa! Tutto ciò, mi lascia una grande amarezza. Perchè vuol dire che in quasi trent'anni non è cambiato nulla in questo paese. I problemi fondamentali sono sempre gli stessi.
E l'amarezza più grande è rendersi conto che alla maggior parte della gente va bene così. Forse credere che tutto sia bello è solo un modo per nascondere la paura di un paese che è sempre più disabiato, dove non c'è economia, che vegeta.
E' fondamentale che si capisca una volta per tutte, che Novara ha bisogno di progetti a lunga scadenza. Non solo di pannelli informativi in maiolica, non solo di eventi. Ha bisogno di progettare, programmare ora il suo futuro! Sempre che non preferiamo fare i fatalisti siciliani e sarà quel che sarà!

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